Da diversi anni ormai trascrivo con sempre più cura il mio immaginario musicale muovendomi oltre gli strumenti così come li ho conosciuti. L’esigenza, del tutto personale e priva di qualunque attinenza con un’inesistente Verità ultima, scaturisce da una spontanea inconciliabilità con il suono pre-determinato degli strumenti.
Ma nonostante questa scelta sia frutto di un percorso privato ed arbitrario, c’è una questione che riguarda un dominio più pubblico, più collettivo: perchè tendere ad un suono inedito?
Alcune personali risposte:
- per l’immaginario musicale non più conforme agli strumenti usati ordinariamente
- perchè componendo direttamente sugli strumenti si ha una maggiore prossimità al suono; diventa più probabile acquisire un caratteristico approccio al mezzo, rinvenire la strada verso il proprio suono
- perchè la consapevolezza delle proprietà strutturali del timbro è parte fondamentale dell’eredità del ‘900. Dei due lasciti novecenteschi, la composizione con le note e la composizione con il suono, quest’ultimo mi pare più carico di conseguenze espressive
- perchè lo studio sulle proprietà del suono ha spostato l’attenzione (senz’altro la mia attenzione) dal suono del ‘mezzo’ al suono tout court, ha ulteriormente sospinto lo strumento musicale dal dominio del fine a quello del mezzo
- per il personale bilanciamento fra l’armonico e l’inarmonico
- per l’urgenza procurata dal proprio baratro creativo, dalla vastità dell’inespresso (di ciò che non è ancora espresso) che coincide necessariamente con la consapevolezza della propria irriproducibile identità
- perchè l’anomalia, lo smarrimento, lo splendore, l’incanto, il difforme e l’abnorme esprimono con più precisione l’elemento di esclusività che costituisce ogni singolo immaginario
L’obiettivo e il processo sono importanti allo stesso modo, dunque. E ciò che è più rilevante è precisamente la tensione verso la composizione del suono, del proprio suono.
[Estratto di un testo scritto per l’Orpheus Instituut Research Seminar, Gent, 21.11.2016].
© 2016, giovanni verrando
Immagine: Christian Van Minnen – Rational Ideas, 2013
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senza famiglia – lutherie & composition